Come abbiamo già potuto leggere nell’articolo riguardante i colori vegani, noi di MomArte riteniamo che conoscere le composizioni dei colori e le origini dei materiali contenuti al loro intero, sia un aspetto importante per tutti gli artisti.
Per questa ragione abbiamo deciso di approfondire l’argomento, scrivendo un articolo che tratta in maniera dettagliata la presenza di metalli nei pigmenti e la tossicità dei colori. L’articolo sarà in continua evoluzione, progressivamente vogliamo apportare degli aggiornamenti, ti consigliamo quindi di salvarlo nei preferiti e di dargli uno sguardo di tanto in tanto.
Buona lettura!
Come vengono fabbricati i colori?
La creazione dei colori risale addirittura a circa 20.000 anni fa, dove gli ingredienti principali includevano elementi come pigmenti di terra, carbone, succo di bacche, strutto e sangue.
Per comprendere meglio come vengono fabbricati i colori, è necessario concentrarsi sui suoi componenti principali. All’interno dei colori è possibile trovare additivi, leganti, solventi e, ovviamente, i pigmenti. Quest’ultimi vengono utilizzati fin dalla preistoria e con il passare degli anni l’essere umano è stato in grado di ampliare la gamma di pigmenti disponibili, grazie soprattutto alla scoperta di diverse fonti da cui poter ottenere le molecole di colore.
I pigmenti sono sostanze o composti in grado di modificare per sovrapposizione il colore di un oggetto o di un materiale. Sono conosciuti per essere totalmente insolubili, caratteristica che li rende differenti dai coloranti, che invece sono solubili.
I pigmenti derivati dai metalli
Generalmente gli artisti sono spesso abbastanza informati sulle diverse tecniche pittoriche e riguardo le diverse tipologie di colori, ma non sempre sono consapevoli di cosa sono fatti i loro dipinti. Dai colori ad olio, agli acrilici, agli acquerelli, alcune vernici contengono sostanze chimiche tossiche potenzialmente dannose per l’essere umano e l’ambiente.
Prima di illustrare quali sono quei pigmenti derivati dai metalli, è bene specificare una questione.
Ancora oggi, non è chiaro come le piccole quantità di metalli pesanti all’interno dei colori influiscano sul corpo umano, sappiamo che inalare o ingerire metalli pesanti in quantità elevate, può portare a conseguenze potenzialmente fatali per gli esseri umani. Nonostante diversi studi, è impossibile affermare con certezza se una presenza minima di queste sostanze, possa portare allo stesso modo a conseguenze ugualmente dannose.
Nonostante ciò, pensiamo sia utile illustrare qualche pigmento che contiene metalli o sostanze potenzialmente dannose per le persone, scopriamo insieme quali sono!
I pigmenti del cadmio
I pigmenti del cadmio sono pigmenti inorganici e, come sottintende il nome, derivano per l’appunto dal cadmio.
Il cadmio è un elemento chimico di numero atomico 48 e simbolo Cd. Parlando in maniera più semplice, è un metallo bianco argenteo presente sulla nostra terra. Esso è stato scoperto come sottoprodotto del processo di raffinazione dello zinco dal chimico tedesco Friedrich Stromeyer. Il nome, cadmio, deriva dal latino cadmia, che significa minerale di zinco calamina, che a sua volta prende il nome da una terra trovata per la prima volta vicino a Tabe, una città fondata dal principe dei fenici Cadmo.
Uno dei principali motivi che porta al rilascio di questo elemento, sono sicuramente le lavorazioni industriali, come per esempio: estrazione, raffinazione e lavorazione di metalli non ferrosi, la produzione di batterie e, quello che ci interessa maggiormente, la realizzazione di vernici. Degli studi statistici, effettuati dall’Istituto Superiore di Sanità, dicono che al giorno d’oggi, la produzione di coloranti rappresenta l’8% dell’utilizzo totale di cadmio.
Il cadmio ovviamente è tossico, gli effetti che esso può avere sulla salute delle persone, dipendono da 3 fattori: quantità assunta, durata dell’esposizione e via di esposizione (questo metallo può essere inalato, ingerito o assorbito tramite la pelle). Va precisato che, per i pigmenti, viene generalmente utilizzato il solfuro di cadmio, il quale presenta una tossicità decisamente più bassa rispetto al cadmio e risulta essere pressoché sicuro se disperso nel legante utilizzato negli acquerelli o nei colori ad olio.
Colori famosi ottenuti dal cadmio
Come ti sarà già capitato di sentire, esistono diversi colori che derivano dal cadmio e che presentano del cadmio nella loro composizione. Nello specifico parliamo del giallo di cadmio, rosso di cadmio e arancione di cadmio.
Il giallo di cadmio è probabilmente il più “famoso”, con il passare degli anni esso ha sostituito il giallo cromo per la sua vivacità e, si dice, per la sua minore tossicità, anche se sappiamo che anche il cadmio è un elemento pericoloso. La sua produzione iniziò nel 1820, questo colore presentava un elevata resistenza alla luce e fu utilizzato da artisti come Claude Monet e Vincent Van Gogh.
Un secondo colore, di cui avrai sentito sicuramente parlare, è il rosso di cadmio. Esso è un colore particolarmente brillante e vivace, tendente al rosso porpora. Generalmente si divide in due diverse tonalità: il rosso di cadmio chiaro e il rosso di cadmio scuro. Anch’esso fu utilizzato da diversi artisti importanti, come Van Gogh, Monet, Matisse e Mondrian.
Chiudiamo questa breve lista di colori famosi ottenuti dal cadmio con l’arancio di cadmio. Anch’esso è un pigmento inorganico prodotto seguendo esattamente la stessa procedura utilizzata per il giallo di cadmio, variando leggermente la temperatura e l’acidità della soluzione.
I pigmenti del cobalto
Un altro elemento presente all’interno di diversi colori è il cobalto, il quale si identifica con il numero atomico 27 e il simbolo Co. Il cobalto e i suoi composti sono considerati nocivi per la salute, in particolare possono causare eczemi allergici a contatto, orticaria e asma.
Quando si parla di cobalto nell’arte, il primo colore che ci viene in mente è ovviamente il blu cobalto. Questo pigmento fu utilizzato fin dai tempi dell’antico Egitto e si rese gran protagonista durante il periodo dell’impressionismo. Questo particolare blu è caratterizzato da un elevata brillantezza e da un elevato calore, che lo rende ideale per tutte le tecniche pittoriche.
Molto simile al blu cobalto, è il verde di cobalto. Questo pigmento presenta una leggera differenza all’interno della composizione chimica, ovvero l’ossido di zinco sostituisce l’idrossido di alluminio. Anch’esso viene considerato ideale per tutte le tecniche pittoriche ed è dotato di un elevato potere coprente.
Un ultimo pigmento di cui vogliamo parlare è il blu ceruleo. Il pigmento fu scoperto nel 1700, ma non ci furono sue notizie fino al 1850, quando fu apportata una modifica alla sua composizione. Vennero aggiunti agli ossidi di cobalto e stagno, solfato e silice.
Come faccio a sapere se i miei colori contengono pigmenti tossici?
Dopo questa introduzione in cui ti abbiamo spiegato quali sono e cosa si intende per pigmenti potenzialmente tossici, siamo sicuri che avrai già preso in mano qualche tubetto e ne starai controllando ansiosamente la composizione.
Non farti prendere dal panico! Te lo ripetiamo: per i pigmenti vengono utilizzati dei composti derivati dai metalli definiti come tossici e sono pericolosi solo se inalati. La percentuale dispersa nel legante è davvero molto bassa, a meno che tu non ti diverta a mangiare la vernice direttamente dal tubetto!
Però una domanda nasce spontanea: “come faccio a sapere se sto usando colori contenenti pigmenti pericolosi??”.
Per prima cosa guarda se stai usando colori di tipo professionale o colori economici/per studenti.
Come mai questa domanda? Perché i pigmenti del cadmio e del cobalto sono molto costosi e rari. Solitamente vengono usati solo nelle serie professionali, quelle che costano di più.
E’ quasi impossibile trovarli in serie più economiche, dove vengono sostituiti con pigmenti alternativi o imitazioni. Per questo motivo trovi molti colori chiamati “Giallo di cadmio imit.” o “Cadmium yellow Hue”. Le sigle “Imit.” o “Hue” indicano che si tratta di un’imitazione, non del pigmento originale.
Seconda consiglio: controlla cartella colore ufficiale con la lista dei pigmenti. Sopra ogni pagina prodotto del nostro sito puoi scaricare la cartella colore completa in pdf. In quel documento sono indicati i pigmenti utilizzati per ogni colore. Così potrai scoprire se si tratta di solfuro di cadmio, di Solfoseleniuro o di qualche altra cosa.
Terzo consiglio: chiedi informazioni a chi ti sta vendendo i colori! E se sei già nostra o nostro cliente, potrai chiedere di direttamente a noi. Saremo felici di fornirti tutte le informazioni necessarie e di spiegarti al meglio la composizione dei colori che vuoi comprare!
La legislazione nei vari paesi
Quando si fa riferimento alla legislazione, bisogna considerare quelle leggi che vanno a regolare la presenza di metalli pesanti all’interno di composti di vario tipo, non per forza soltanto le vernici, o meglio i colori.
La legislazione in Europa
In Europa è attualmente in vigore il Regolamento REACH, il cui nome deriva dall’inglese e indica “registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche”. Questo regolamento viene adottato per proteggere la salute umana e dell’ambiente dai potenziali rischi che possono essere causati dalle sostanze chimiche. Esso viene applicato a tutte le sostanze chimiche, non solo quelle usate nei processi industriali, ma anche in quelle di uso quotidiano e tra queste rientrano appunto le vernici e i colori.
Esso va a trattare i singoli elementi, potenzialmente nocivi, stabilendo in quale quantità possono essere presenti all’interno dei composti. Per esempio, parlando del cadmio, nelle vernici con contenuto di zinco superiore a 10% in peso, la sua concentrazione non deve essere uguale o maggiore allo 0,1% in peso. I prodotti che presentano una concentrazione di cadmio uguale o maggiore di 0,1% in peso non possono essere commercializzati.
La legislazione negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti d’America, i materiali artistici per consumatori di tutte le età devono soddisfare una serie di requisiti previste dalla legge federale. Tale legge richiede che tutti i materiali artistici commercializzati siano sottoposti a una revisione tossicologica in modo da poter determinare la possibilità di produrre effetti nocivi sulla salute umana. Una volta effettuata questa revisione, è richiesto che tali materiali siano adeguatamente etichettati. Questi due step devono avvenire secondo quanto richiesto dal Labeling of Hazardous Art Materials Act (LHAMA) e dal Federal Hazardous Substances Act (FHSA).
Dopo che la revisione tossicologica è stata effettuata, il prodotto deve presentare una dichiarazione di conformità la quale attesta la conformità ASTM D-4236, questo va a simboleggiare la conformità con L’American Society for Testing and Materials (ASTM). Chi si occupa della revisione, raccomanderà direttamente al produttore l’etichettatura precauzionale da dover apporre. Oltre a questo, il produttore è tenuto a dover segnalare, con l’apposita etichettatura e in maniera chiara, se il prodotto presenta rischi acuti e cronici.
Esistono delle alternative ai pigmenti potenzialmente tossici?
Come abbiamo brevemente accennato in precedenza, la composizione dei colori e l’utilizzo dei pigmenti si è evoluto nel corso del tempo. Diverse aziende produttrici hanno riformulato i propri prodotti o semplicemente abbandonato i colori, a causa di preoccupazioni sulla tossicità.
Con un po’ di attenzione e ricerca, è possibile trovare delle ottime alternative ai colori che presentano al loro interno metalli pesanti o sostanze potenzialmente nocive. Di seguito ti illustreremo qualche possibilità.
I colori cadmium-free
Oggi vengono sviluppate tonalità che assomigliano a quelle originali, ma senza contenere metalli pesanti al loro interno. I motivi che spingono le aziende a creare queste nuove tonalità possono essere diversi, per creare un’opzione maggiormente resistente alla luce, per commercializzare un’alternativa meno costosa, oppure per fornire una soluzione meno tossica.
Un chiaro esempio sono i colori cadmium-free, ovvero caratterizzati da una formula non contenente al suo interno il cadmio.
I colori cadmium free di Winsor&Newton
Un’azienda che si è data molto da fare per arrivare alla creazione di questo tipo di prodotto, è stata Winsor&Newton. L’azienda inglese vanta colori cadmium free per tre linee di prodotti: Professional Watercolour, Artists’ Oil Colour e Designers Gouache.
Un grandissimo lavoro da parte dei chimici di Winsor&Newton, ha portato alla creazione di prodotti interamente senza il cadmio, sicuri da utilizzare e con colori perfettamente corrispondenti a quelli realizzati con il cadmio vero e proprio.
I colori cadmium free di Liquitex
Un lavoro molto simile è stato svolto da Liquitex, la quale ha deciso di produrre colori senza cadmio per diverse sue linee di colori acrilici, più nello specifico stiamo parlando di: Liquitex Heavy Body, Liquitex Soft Body e Liquitex Acrylic Gouache.
L’azienda americana ritiene che ogni consumatore debba possedere diverse alternative tra cui poter scegliere. Pur non conoscendo a fondo quali possono essere gli effetti del cadmio nei colori, ha deciso di fornire un’alternativa cadmium free, da considerarsi più sicura rispetto alle vernici originali ma, allo stesso tempo, in grado di fornire prestazioni del tutto identiche.
I colori cadmium free di Rembrandt
Anche Rembrandt, marchio di proprietà di Royal Talens, presenta delle soluzioni cadmium free. Ci riferiamo in particolare ai Colori ad Acquerello Extra Fine dove, all’interno delle tonalità disponibili, possiamo trovare: Giallo Azo Chiaro, Giallo Azo Medio e Giallo Azo Scuro, tutte e tre conosciute per essere cadmium free.
I colori cadmium free di Lefranc Burgeois
Chiudiamo questa piccola lista di colori cadmium free, parlando di Lefranc Burgeois. L’azienda francese è stata una delle prime a proporre alternative cadmium free, ci riferiamo in particolare all’Olio Extra Fine di Lefranc. Dopo un intenso lavoro da parte dei chimici e una stretta collaborazione con gli artisti, sono riusciti a dar vita a un prodotto in grado di riprodurre alla perfezione la vivacità dei colori realizzati con il cadmio.
I pigmenti naturali non tossici
I pigmenti naturali sono sostanze che provengono dai diverse fonti, come per esempio minerali, piante oppure insetti. I pigmenti naturali non tossici sono tutti quelli che non sono stati collegati a risposte tossiche negli esseri umani. Ovviamente la tossicità di un pigmento è stabilita in base al suo utilizzo, un pigmento non tossico per un artista non è detto che non lo sia nei cosmetici o negli alimenti. Un esempio di pigmento naturale non tossico, è il giallo ocra, il quale deriva dal minerale di ossido di ferro goethite.
Quando si trattano i pigmenti naturali, è bene specificare la differenza tra artificiale e sintetico. Artificiale è tutto ciò che viene prodotto dall’uomo piuttosto che dalla natura, mentre sintetico è qualcosa che viene si creato dall’uomo, ma si riferisci di più alla sintesi chimica. I pigmenti sintetici provengono da fonti naturali, ma vengono modificati in modo che il materiale originale sia chimicamente diverso.
Domande frequenti
Abbiamo deciso di dedicare l’ultimo paragrafo dell’articolo per rispondere a diverse domande che ci sono state poste nell’ultimo periodo. Quando si tratta un argomento così complesso, è normale che sorgano dei dubbi.
È pericoloso utilizzare dei colori che contengono il cadmio?
Questo è un punto che abbiamo voluto chiarire subito all’inizio del nostro articolo.
Ad oggi, nonostante svariati studi, non si può definire con precisione quale sia l’impatto che le piccole quantità di cadmio presente nei colori, come per esempio il giallo di cadmio o il rosso di cadmio, possano avere sulla salute dell’uomo. Quello che possiamo dire è che all’interno del giallo di cadmio è presente il solfuro di cadmio, non il cadmio. Esso è meno tossico e la sua dispersione all’interno dei leganti utilizzati per produrre il colore, lo rende ancora meno pericoloso.
Esistono delle alternative ai colori con metalli tossici?
Certamente! Nell’ultimo periodo sono diverse le aziende produttrici che stanno lavorando per ottenere tonalità, del tutto identiche a quelle contenenti metalli pesanti, ma senza la presenza di metalli pesanti al loro interno. Come per esempio gli Acrilici Heavy Body Cadmium Free, gli Acrilici Soft Body Cadmium Free e l’Acrylic Gouache Cadmium free di Liquitex. Oppure gli Acquerelli Professional Watercolour e i Colori ad Olio Artists’ Cadmium Free di Winsor&Newton e i colori ad Olio Extra Fine Cadmium Free di Lefranc Burgeois.
Oltre al cadmio, esistono altri metalli pesanti contenuti all’interno dei pigmenti e potenzialmente dannosi?
Si, come abbiamo scritto nei primi paragrafi dell’articolo esistono altri pigmenti che presentano metalli pesanti al loro interno. Abbiamo parlato del cobalto e dei suoi composti, elementi che potenzialmente possono rilevarsi dannosi e nocivi per la salute dell’uomo.
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