Qual è la sensazione di dipingere con un colore che fino a qualche anno fa semplicemente non esisteva? Meglio: qual è la sensazione di dipingere con un colore che al momento della propria nascita non era ancora stato formulato?
Quando pensiamo ai colori immaginiamo qualcosa che è sempre esistito, a un insieme molto ampio, mutevole ma allo stesso tempo statico di possibilità. Non è esattamente così, in quanto la palette di colori a disposizione degli artisti si alimenta più o meno regolarmente nel tempo di nuovi colori. Tra i casi più interessanti degli ultimi anni c’è sicuramente quello dello YInMn Blue, un pigmento blu che è stato scoperto – meglio: creato – in Oregon nel 2009. E il bello è che questo pigmento, così intenso, così peculiare, è venuto al mondo del tutto casualmente.
Breve storia del blu
Lo YInMn Blue è solo l’ultimo capitolo di una storia lunghissima, ovvero della storia del colore blu. Pensaci un po’: in natura non ci sono tante manifestazioni di questo colore. Si potrebbero passare giornate e giornate intere in natura senza cogliere nulla di simile al blu, eccezion fatta per il cielo. Non stupisce quindi che per gli artisti il blu sia stato per lungo tempo un problema notevole.
Le origini del colore blu
I primi a sintetizzare del pigmento blu da utilizzare nei propri lavori artisti furono gli antichi egizi, i quali riuscirono a ottenere un blu convincente senza ricorrere a dei minerali introvabili riscaldando e mescolando sabbia, calce e rame. La ricetta egizia, però, è persa nei secoli: gli stessi artisti rinascimentali, per ottenere il blu, dovevano ricorrere al costosissimo lapislazzuli , rarissimo, che a quell’epoca veniva estratto solo in specifiche miniere afghane. Di fronte al costo di questo minerale, e alla difficoltà di raccogliere dosi importanti di pigmento blu, non stupisce che questo colore venisse associato in modo quasi esclusivo al concetto di divinità: nella maggior parte dei casi il blu veniva utilizzato per gli abiti della Vergine Maria.
L’evoluzione del colore blu e le nuove tonalità
A cambiare la storia del blu dell’arte furono delle scoperte moderne. Nel 1706 a Berlino venne sintetizzato il blu di Prussia, anche per qui per caso; nel 1802 in Francia si diede vita al cobalto. Nel 1824 in Francia viene infatti messo a punto il Blu oltremare sintetico – per via della continua carenza di azzurrite – che ha reso finalmente e stabilmente accessibile il blu al mondo dell’arte.
A sottolineare la continua ricerca cromatica degli artisti Novecenteschi, poi, va ricordata anche la messa a punto dell’International Klein Blue, definito dal suo creatore Yves Klein come qualcosa di “essenziale, potenziale, spaziale, incommensurabile, vitale, statico, dinamico, assoluto, pneumatico, puro, prestigioso, meraviglioso, esasperante, instabile, esatto, sensibile, immateriale”.
YInMn Blue: che cosa è?
Che cosa è lo YInMn Blue? Prima di passare alla peculiare storia della scoperta di questo colore, vediamo qual è la sua composizione. Si tratta di un pigmento inorganico blu, estremamente intenso, formato da ittrio, indio e manganese.
Va detto che tutti e tre questi elementi formano il nome del colore, il quale per l’appunto è costruito a partire dalle sigle chimiche di questi tre ingredienti: l’Y dell’ittrio, l’In dell’indio, il MN del manganese, per l’appunto. Viene talvolta indicato anche con il più semplice nome Mas Blu (dal nome del professore Mas Subramanian che conosceremo tra poco) , mentre ci sono produttori che hanno deciso di metterlo in commercio con nomi più fantasiosi, come per esempio Bluetiful.
La scoperta dello YInMn Blue
La storia dell’uomo è piena di scoperte fatte per caso. I raggi X, la Coca-Cola, le patatine fritte, il verderame, il teflon, i fuochi artificiali, il blu di Prussia e, per l’appunto, lo YInMn Blue.
Siamo in Oregon, e più nello specifico presso l’Università statale dell’Oregon. È il 2009, e il ricercatore Andrew Smith è nel laboratorio del Professor Mas Subramanian. Andrew sta lavorando a un esperimento per ottenere una fibra caratterizzata da un’alta conducibilità elettrica: per farlo decide di unire il triossido di manganese con gli ossidi di ittrio e indio, e quindi di riscaldare tutto a una temperatura superiore ai 1.000 gradi centigradi. Il risultato è deludente: il composto ottenuto, infatti, non vanta le proprietà ferromagnetiche desiderate dal ricercatore.
Fu però il professore, Mas Subramanian, a guardare con altri occhi il composto ottenuto, scoprendo che questo rifletteva in modo del tutto peculiare la radiazione infrarossa. In quel laboratorio, per caso, era appena stato messo a punto un blu intenso, brillante, capace di eguagliare per purezza ed effetto l’International Klein Blue.
In pochi anni diversi produttori di colori artistici hanno deciso di inserire il blu YInMn nella propria offerta. Ma quali sono le caratteristiche uniche di questo nuovo blu?
Le caratteristiche dello YInMn Blue
Esistono come abbiamo visto diverse formule diverse per sintetizzare dei blu. Ognuna di queste formule, però, porta vantaggi e svantaggi, sia a livello puramente cromatico, sia a livello d’uso. Pensiamo alla tossicità: blu cobalto, per esempio, è decisamente cancerogeno, laddove invece il blu oltremare sintetico tende a rilasciare dell’acido solforico. Lo YInMn Blue, da parte sua, è caratterizzato da un livello tossicità molto bassa, il che è un unicum o quasi tra i pigmenti blu inorganici. Va inoltre sottolineata la maggiore sostenibilità ambientale di questa formulazione.
Altra caratteristica fondamentale, notata immediatamente dal professore Mas Subramanian, è la capacità di riflettere la radiazione infrarossa, così da ridurre in modo significativo il surriscaldamento superficiale dovuto all’irraggiamento luminoso: si tratta di una caratteristica che rende questo colore ideale per svariate applicazioni industriali, dal settore automotive in poi, ma anche per il recupero e il restauro di opere pittoriche di valore.
Opaco e profondo, se accostato ai “vicini” blu oltremare e blu cobalto il blu YInMn stupisce per la sua tonalità rossastra, di contro alle tonalità tendenti al verde dei colleghi. Esiste però uno svantaggio: si tratta infatti di un colore che, per via della sua formulazione peculiare, si presenta sul mercato con un prezzo superiore a quello degli altri blu più comuni.
E tu, hai mai provato il blu YinMn? Quali sono i tipi di blu che non possono mai mancare nella tua cassetta di colori? In ogni caso, ti invitiamo a dare un’occhiata ai nostri colori sfusi a olio, acrilici, acquerelli e a tempera: ci sono sempre delle novità interessanti!
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