Come trovare la galleria d’arte giusta: guida per artisti

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Il sito web personale, i canali social, i tanti siti dedicati all’arte. La galleria non è più l’unico punto di contatto tra l’artista e i potenziali clienti, e quindi di fatto tra i pittori che desiderano vendere le proprie opere e i collezionisti desiderosi di acquistare nuove opere di valore. Ciononostante, senza ombra di dubbio, la galleria d’arte resta ancora oggi uno dei principali canali per promuovere i propri lavori, trovare la galleria giusta è una sfida da non sottovalutare.

Il concetto di partenza è semplice: ci sono tanti artisti, e ci sono poche gallerie. Questo significa che, per riuscire a trovare il proprio spazio, è necessario battere una lunga fila di concorrenti, e riuscir a mostrare il proprio valore al gallerista.

Non basta, inoltre, trovare una galleria d’arte disposta a esporre le nostre opere: è necessario anche individuarne una che lo possa fare in modo efficace e vantaggioso. Vediamo come fare!

Tipi di gallerie d’arte

Non esiste, va sottolineato, un solo tipo di galleria d’arte. Queste si differenziano prima di tutto per il tipo di opere esposte. Il primo e principale discrimine è ovviamente quello relativo all’epoca di riferimento. All’artista che intende esporre i propri lavori non interesseranno le gallerie d’arte moderna, che espongono i lavori di artisti del passato recente. Predilige sicuramente quelle di arte contemporanea, dedicate grossomodo all’esposizione delle opere di artisti a partire dal secondo dopoguerra.

Non è tutto qui. Ci sono gallerie d’arte contemporanea alle quali un artista emergente semplicemente non può nemmeno pensare di proporsi. Pensiamo per esempio alle gallerie di Brand, le quali sono pensate per accogliere e mettere in mostra solo i lavori degli artisti più in vista.

All’estremo opposto ci sono le cosiddette Vanity galleries, che non hanno nessun tipo, o quasi, di selezione all’ingresso. Di fatto è sufficiente pagare una quota d’ingresso per “affittare” degli spazi, per poter così mettere in mostra le proprie opere. Queste gallerie, però, non sono un buon trampolino di lancio: i collezionisti si recano nelle gallerie d’arte perché si fidano del giudizio del gallerista, il quale nelle Vanity galleries praticamente non esiste.

Le gallerie tradizionali sono portate a esporre le opere di artisti a “metà carriera” conosciuti ma non ancora del tutto affermati. L’artista emergente dovrebbe quindi puntare verso le gallerie tradizionali più piccole o, più probabilmente, verso le cosiddette gallerie commerciali. Nate appositamente per selezionare i migliori lavori nel sottobosco degli artisti emergenti a livello perlopiù locale.

Cosa fa il gallerista

Abbiamo visto che esistono tanti tipi di gallerista. In linea di massima, però, possiamo dire che il suo lavoro è prima di tutto quello di selezionare gli artisti da inserire nei propri spazi, seguendo il criterio fondamentale per il quale è nata la galleria. Possiamo quindi parlare dei gusti del proprio pubblico di collezionisti, del criterio geografico, dello stile dei lavori nonché, ovviamente, del valore economico delle singole opere.

Nel momento in cui un artista viene selezionato, il gallerista si impegna a promuovere le sue opere, a posizionarle sul mercato, a portarle sotto gli occhi di chi può essere interessato all’acquisto. Il motivo è semplice: nel momento in cui si lega a un artista, il gallerista sa che il suo successo è anche il proprio, anche a livello economico.

Come mettersi in contatto con una galleria

Capito quali sono le gallerie alle quali rivolgersi, vediamo come organizzarsi per tentare il primo approccio. Per prima cosa, prima di spendere tempo inutilmente, è bene accertarsi che la galleria in questione accetti nuovi artisti. Non di rado, infatti, nei siti web delle gallerie si trova un avviso che segnala la chiusura a qualsiasi nuova candidatura. É poi bene trovare il momento giusto: difficilmente una candidatura potrà essere presa in considerazione, per esempio, nei giorni di lancio di una nuova importante mostra.

Bisogna poi, ovviamente, curare al meglio la propria presentazione. Prima di tutto è bene creare un portfolio accattivante. Al suo interno dovrà esserci una selezione fotografica delle proprie opere migliori. È premiante in questo senso fare una selezione né troppo grande né troppo piccola (una decina di opere possono essere sufficienti) con una continuità di fondo (per soggetto, per stile, o per tecnica: potrebbero essere per esempio tutti dipinti con i colori a olio, per lo più ritratti e via dicendo). Le foto delle proprie opere devono essere di qualità: sarebbe un vero peccato essere bocciati proprio per la scarsa resa fotografica dei propri dipinti.

Per avere la possibilità di presentare il portfolio a una gallerista è necessario entrare in contatto con lui in modo discreto, senza prenderlo alla sprovvista. Presentarsi all’improvviso durante una mostra altrui, dunque, non è un buon modo; molto meglio, in caso, essere introdotti da una conoscenza comune. La formula preferita è quella della email di presentazione. Accompagnata da una ristretta selezione di foto – due o tre – unite ad una lettera d’accompagnamento, nella quale raccontare brevemente la propria storia artistica e la propria ricerca stilistica. Sarà il gallerista, una volta letta questa email, a entrare eventualmente in contatto con l’artista, che potrà così fare la sua conoscenza e presentare il proprio portfolio completo.

Il contratto tra artista e gallerista

Nel momento in cui ci si interessa alla natura del contratto tra artista e gallerista, molto probabilmente, si può già stappare una bottiglia. Questo significa, infatti, che una galleria è interessata alle opere presentate. Non bisogna però festeggiare troppo prima del tempo. É bene infatti riporre attenzione al tipo di contratto proposto dalla galleria.

In alcuni casi, per esempio, la galleria propone un contratto di esclusiva, il quale può durare due, tre quattro o cinque anni, durante i quali tutte le opere dell’artista dovranno essere affidate alla galleria. In altri casi la galleria decide di acquistare direttamente alcune opere dell’artista, diventandone di fatto la proprietaria. Altre volte ancora si usa un conto vendita, con le opere che restano – perlomeno fino al momento della vendita al collezionista – di proprietà dell’artista, con la galleria pronta a riscuotere una percentuale sul prezzo finale.

Articolo scritto da:

Federico è appassionato di scrittura, di arte e di sport. Su MomArte si occupa della realizzazione degli articoli e dei rapporti con gli Artisti con cui collaboriamo!

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