Un artista, generalmente, fa ben presto a capire cos’è la prospettiva, o la tridimensionalità di un dipinto. Ci sono concetti però che non sono di cosi facile comprensione, anche per gli artisti più esperti.
Per esempio, di cosa si parla quando si fa riferimento al movimento di un lavoro artistico? E quando si parla del ritmo di un dipinto, a cosa ci si riferisce? Cosa intende, il critico, quando nel definire un lavoro sottolinea il suo ritmo, nonché la varietà? E – ancora più difficile – cosa si intende quando si parla di armonia di fronte a un quadro?
Ecco, è su quest’ultimo termine che ci vogliamo soffermare oggi, per aiutare tutti i pittori alle prime armi a creare dei dipinti più armoniosi. Lo anticipiamo: non sarà un gioco da ragazzi. Il difficile non è tanto creare dei lavori che risultino armoniosi, quanto invece capire cosa è, ancora prima, nel concreto, l’armonia nell’arte. Scopriamolo insieme!
Armonia nell’arte: una definizione
Due definizioni generali
Cos’è l’armonia nell’arte? Partiamo con qualcosa di più semplice: cerchiamo di capire cosa si intende con armonia, sfogliando le pagine del vocabolario Treccani.
La prima definizione ha ovviamente a che fare con il mondo della musica, e non ce ne stupiamo affatto. Si parla infatti della “consonanza di voci o di strumenti” nonché di una “combinazione di accordi, cioè di suoni simultanei che produce un’impressione piacevole all’orecchio e all’animo”. Siamo lontani dal significato di armonia nell’arte visiva, ma certamente già questa definizione di armonia ci aiuta a capire qualcosa in più: l’obiettivo è quello di produrre qualcosa di piacevole.
Un’altra definizione di armonia fa riferimento al significato più ampio di armonia, che viene accostato alla proporzione, e al “conveniente accordo di più parti o elementi”.
La definizione in pittura e scultura
Si arriva poi alla definizione che ci interessa di più “in pittura e scultura, conveniente disposizione delle figure nell’insieme dell’opera: a. di linee, di forme; a. di colori o a. cromatica, accordo di colori ottenuto accostando toni diversi o anche, nella forma più semplice, toni di una stessa gamma o gradazioni diverse di un solo tono”.
Ecco cosa è l’armonia nell’arte visiva: una disposizione particolare degli elementi che costituiscono un dipinto, una corrispondenza tra parti principali e secondarie, una sorta di concordia a livello visivo, per il bene degli occhi e dell’animo. Potremmo dire, più nello specifico, che si può parlare di armonia in un dipinto quando tutti gli elementi, per quanto distinti, arrivano come un insieme unificato, come se ogni dettaglio del lavoro si presentasse fin da subito come una parte del tutto.
Sbaglia chi pensa che un quadro, per essere armonioso, debba essere monotono, ripetitivo: le cose non sono affatto così. L’armonia è invece un equilibrio tra la monotonia e il caos, sta nel mezzo, prendendo un po’ dell’uno e un po’ dell’altro.
L’armonia con i colori
Come anticipato, esistono molte strade diverse per aumentare l’armonia di un dipinto. Principalmente le vie che vengono percorse coinvolgono delle strategie attinenti la scelta e l’uso dei colori, nonché le forme realizzate.
Partiamo dai colori, e cerchiamo di capire come questi possono diventare veicolo di armonia. Certo, la potenza dei colori è proprio ciò che molto spesso spinge le persone verso l’arte e verso la pittura, e dapprima si pensa che dipingere sia anche e soprattutto la libertà di usare qualsiasi colore, per esprimere al meglio le proprie sensazioni.
Questo è certamente vero: per avere un insieme armonioso, però, è importante che i colori utilizzati abbiano un legame. Questo non limita la libertà dell’artista: lo porta però a creare degli “insiemi” di colori che possono creare un dipinto armonioso.
In nostro aiuto arrivano le tante e diverse teorie, con i famosi schemi per l’utilizzo dei colori, i quali partono solitamente dalla ruota cromatica dei colori ottenuti per sintesi sottrattiva (per un ripasso veloce ti consigliamo di leggere il nostro post dedicato per l’appunto alle teoria dei colori).
Gli schemi per l’utilizzo dei colori e la ruota cromatica
Tutti conosciamo, almeno a spanne, la ruota cromatica, così come creata dalla commistione dei colori primari, dei colori secondari e così via. Ebbene, scegliendo in modo oculato i colori sulla ruota cromatica è possibile avere dei quadri molto armoniosi. Gli stessi artisti del passato, in modo più o meno meccanico, in modo più o meno accentuato, lo facevano, utilizzando per esempio – per la maggior parte – i colori di un determinato “triangolo” della ruota cromatica, e quindi di una specifica zona colorimetrica.
Di schemi armonici per l’uso del colore, del resto, ne esistono davvero tanti: si può per l’appunto restringere al massimo la zona colorimetrica utilizzata, optando per un quadro monocromatico, spostandosi quindi dal centro della ruota cromatica verso l’esterno, utilizzando per esempio tutte le variazioni del colore rosso, o del verde.
È possibile seguire lo schema armonico complementare, scegliendo un colore principale e il suo complementare, che si trova nella parte opposta sulla ruota cromatica; oppure, per osare di meno, è possibile optare per l’analogia, scegliendo un colore al margine della ruota cromatica per accompagnarlo con i due colori attigui.
L’armonia con le forme
I colori non sono certamente l’unico veicolo di armonia all’interno di un dipinto. Anche i segni e le forme create dall’artista possono contribuire a creare un senso di armonia. Fondamentale è che venga preso in considerazione, fin da subito l’occhio dello spettatore. Esso infatti, non può guardare – e vedere – l’intero dipinto allo stesso modo, non percependo tutti i dettagli in un medesimo momento.
Ecco allora che il compito del pittore è anche quello di dirigere lo sguardo dello spettatore, mettendo a fuoco degli elementi e rendendo più sfocate altre parti, magari più lontane. Gli stessi segni tracciati, i bordi delle figure per intenderci, possono influenzare l’armonia del dipinto: di certo gli elementi che si ripetono aiutano in tal senso, come le mattonelle di un pavimento o i traversi di una staccionata; ma i bordi di questi elementi non possono essere tutti uguali, con alcuni segni più marcati, altri più morbidi, per creare non monotonia, quanto invece armonia, senza arrischiarsi nei territori dell’iperrealismo, che proprio per la sua esagerazione finisce per scostarsi dalla realtà.
L’armonia, infine, si raggiunge anche creando forme che si rincorrono, ma non uguali, con dimensioni e proporzioni diverse: l’optimum è riuscire a creare delle forme che differiscono all’interno di una rete di rapporti costanti.
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